di Roberto Pagni, Dirigente settore formazione continua e professioni regione Toscana
L’obiettivo di questo intervento è quello di cercare di arrivare a una fase in cui le nuove professioni e competenze emergenti nell’ambito delle imprese culturali e creative vengano sistematizzate all’interno di modelli standard, in figure regolamentate a livello regionale ed opportunamente inserite in un repertorio, in modo tale da strutturare adeguate attività formative e da fornire riferimenti decenti per l’impiego sulle figure professionali da ricercate e/o formare. Questo passaggio ha lo scopo di favorire il matching fra domanda e offerta nel mercato del lavoro, nonché di permetterne una lettura a fini statistici e di rilevazione.
A questo scopo, il settore formazione continua e professionale possiede un repertorio delle figure professionali, gestito dalla regione Toscana, da dipendenti che si occupano di competenze e che, partecipando ai relativi tavoli nazionali, possono coordinare l’attività in Toscana con quella delle altre regioni e soprattutto portano avanti un lavoro di manutenzione di questo repertorio. Non è infatti sufficiente inserire figure quando emergono necessità, ma occorre anche aggiornarle od eliminarle da un repertorio che deve essere il più aggiornato possibile. Questo lavoro non avviene solo all’interno degli uffici, ma per tramite di un continuo rapporto con le parti sociali, le Imprese, il mondo dell’università, vale a dire con chiunque possa apportare un contributo al fabbisogno di standardizzazione delle figure professionali.
Nel repertorio ci sono attualmente 371 figure, composte a loro volta da circa 1400 ADA, o aree di attività, vale a dire le singole competenze che compongono la figura. Questa scomposizione è utile per poter poi arrivare anche a nuove figure che riprendono in parte delle ADA di figure già esistenti e ne compongono di nuove, aggiungendo competenze. L’attuale repertorio non contiene una sezione cultura o beni culturali, il che mette in luce la necessità di crearla.
Sicuramente emergono nuove figure, progressivamente inserite, e si registra la crescente necessità di approntare una classificazione ad hoc. Per comprendere quali figure rientrino in questo comparto, bisogna cercarle nei vari segmenti d’impiego. Ad esempio, per citarne alcuni, il tecnico della valorizzazione delle risorse locali, oppure il giardiniere d’arte per giardini e parchi storici. Questi due esempi non sono citati arbitrariamente. In particolare il secondo, il profilo del giardiniere d’arte, è collegato ai programmi del Ministero della Cultura, finanziati con una misura specifica in tutta Italia nel 2022, anno in cui intervenni peraltro in uno dei seminari di LuBeC per presentare il relativo bando, poi attuato ed i cui corsi sono attualmente in fase di svolgimento, se non di chiusura. All’interno del repertorio sono poi individuabili altre figure vicine a quelle appena citate, quali quelle attive nell’artigianato artistico, nell’ambito del quale sono presenti venti diversi profili variamente declinati, e poi appartenenti al settore dello spettacolo, anche qui con trenta diversi profili, dall’ambito del cinema, a quello del teatro, passando per quello musicale.
Il repertorio regionale della Toscana si compone quindi, come già accennato, di una sezione dedicata alle figure professionali individuate ed appositamente rilevate dai funzionari della regione Toscana attraverso quel processo di collaborazione che vede il coinvolgimento di diversi enti. Si tratta di una sezione minore ma ugualmente importante che è quella delle qualifiche o dei percorsi brevi regolamentati. Con il termine “regolamentati” ci si riferisce al fatto che tali qualifiche e/o percorsi vengono individuati a livello nazionale, e che per essi siano state prodotte apposite norme, valide per l’intero territorio nazionale. A livello della Toscana, tali norme vengono adeguatamente recepite, ed in merito la regione organizza corsi e provvede ad approntare opportune forme di riconoscimento. Tale riconoscimento ne permette poi un conseguente inserimento entro il repertorio così come entro il sistema delle competenze, ma con una differenza specifica. La specificità è relativa al fatto che sulle qualifiche regolamentate non si interviene se non a livello di sistema delle regioni. Ne deriva che tali qualifiche vadano intese ed interpretate tra regioni e Stato, in un processo che vede la Toscana particolarmente attiva, dato il suo ruolo di coordinatrice delle regioni nell’ambito della formazione e del lavoro. Tra queste figure regolamentate a livello nazionale figura a titolo d’esempio il tecnico del restauro dei beni culturali, o ulteriori figure nell’ambito delle guide.
Ad ogni modo, l’elemento che si ritiene doveroso sottolineare in questa sede è quello della necessità di sollecitare proposte di inserimento all’interno del repertorio di nuove figure, attraverso l’attivazione del processo cui si accennava più su. Tale attivazione non richiede una particolare procedura burocratica, è sufficiente che un qualsiasi portatore di interessi, una singola impresa, cooperativa, enti afferenti al comparto universitario, associazioni di categoria o sindacati, lo segnali al settore formazione continua e professioni della regione Toscana. Insomma, chiunque si faccia portatore di un’istanza, anche localizzata territorialmente o settorialmente, ma che permetta al nostro settore di approntare un’analisi di approfondimento ed una successiva istruttoria da portare poi al tavolo di concertazione della regione Toscana sulle politiche formative del lavoro, ossia il Tavolo della Tripartita Regionale, in quanto basata su una parte datoriale, una parte dei rappresentanti dei lavoratori ed infine una parte pubblica. Queste parti discutono insieme il profilo professionale, alla luce delle diverse modalità in cui questo può essere inquadrato in specifici contesti di lavoro, usualmente giungendo ad una forma di compromesso che sia in grado di ufficializzare il riconoscimento della figura professionale. In conclusione del percorso, il Tavolo propone infine una delibera, vale a dire l’atto che inserisce ufficialmente all’interno del repertorio la nuova figura individuata.
La presente riflessione mira in ultima istanza a sottolineare il clima di profonda e continua evoluzione che caratterizza l’ambito d’impresa nazionale, specie nel comparto dell’industria culturale e creativa, alla luce del quale si rileva la necessità non solo di un aggiornamento costante delle figure professionali emergenti, ma anche di una sistematizzazione che sia in grado di contribuire in modo efficace ed efficiente all’inquadramento di un settore come quello delle industrie culturali e creative che ancora non viene pienamente riconosciuto a livello di inquadramento professionale, tanto a livello delle singole regioni, quanto entro il più ampio contesto nazionale.