di Cristina Scaletti, Presidente Fondazione Toscana Spettacolo
La nuova autorialità nello spettacolo dal vivo, come emerso anche stamani nei risultati e nell’analisi della ricerca sugli Under 35 (realizzata da Promo PA Fondazione, con la collaborazione di AGIS e Direzione Spettacolo MiC), tocca ed evidenzia una pluralità di aspetti ed urgenze che chiamano in causa (unitariamente) istituzioni, organizzazioni e imprese di settore, per un rilancio che riguardi l’arte e gli artisti, i teatri e il pubblico, lo spettacolo e il territorio, proprio con quell’obiettivo che è la mission di LuBeC: lo sviluppo culturale per la competitività, l’innovazione e la crescita del Paese e dei suoi territori.
Urgenze, emerse in maniera ancora più stringente a causa anche delle difficoltà derivanti dalle chiusure e interruzioni della gestione pandemica, che però ha avuto anche una funzione di stimolo nel processo di innovazione. In questi due anni il mondo dello spettacolo dal vivo ha dimostrato infatti una capacità di reagire a condizioni eccezionali, anche reinventando metodi di lavoro e modelli di relazione diversi sia con gli spettatori sia con i lavoratori del settore.
Un confronto come questo ci dà la possibilità di dialogare con lo stesso linguaggio e nella stessa piazza, tra pubblico e privato per arrivare a concordare strategie e progettualità di rete e di rilancio. E questa XVIII edizione LuBeC è quanto mai importante rispetto a come l’attuazione del PNRR possa intercettare le reali esigenze di una cultura ‘sostenibile’ per chi ci lavora e per chi ne beneficia socialmente, come individuo e comunità.
Come FTS stiamo cercando di lavorare in questo senso su un doppio binario. Da un lato una intensa ed emozionante opera di ritessitura del rapporto col pubblico, che ci sta premiando. Gli spettatori nella stagione 2021/22 hanno confermato il loro bisogno e la loro voglia di teatro, seguendo le attività che abbiamo programmato in 71 Comuni toscani, per un totale di 755 recite e 205 appuntamenti di promozione e formazione del pubblico con un’affluenza che ha sfiorato i livelli precedenti alla pandemia.
Dall’altro il sostegno alle produzioni artistiche con un lavoro di squadra che ha visto coinvolte tutte le professionalità di Fondazione ed i suoi vertici. Un’attività collegiale, nel rispetto dei principi statutari, con l’obiettivo di far crescere ulteriormente la Rete e implementarne le relazioni con tutti i settori della cultura in Toscana. Prova ne è l’esperienza nella scorsa primavera degli Stati generali dello Spettacolo dal vivo che, promossi da FTS con Regione Toscana ed Anci, hanno voluto contribuire all’elaborazione e condivisione dei bisogni di questo settore e di chi ci lavora, per essere recepiti dalle politiche del territorio e stimolo per i tavoli nazionali e per intercettare risorse europee.
Circa 150 soggetti, compagnie ed artisti toscani hanno partecipato alle attività proposte con oltre 200 elaborati consegnati confermando un necessità di rinnovamento non solo del pubblico ma anche delle compagini artistiche. Anche in questo senso il teatro deve tornare ad avere il suo ruolo accademico, sociale ed educativo non solo per il pubblico ma anche per chi vuol fare del teatro una professione e allo spettacolo dal vivo si vuole attivamente avvicinare.
Come nel caso della ricerca di oggi, le richieste economiche non sono state la prima istanza e non perché la questione economica non sia sostanziale, ma perché la strategia di sostegno allo spettacolo dal vivo deve passare dalla vitalità di strategie di produzione e di spazio all’azione creativa.
Molte delle istanze che sono emerse dai protagonisti degli Stati risuonano e vengono confermate dai dati della stessa ricerca sull’autorialità. Ecco dunque che ad una voce c’è la richiesta di una migliore organizzazione del sistema, di investimenti strutturali e non per l’evento spot. Sostegni in grado di sorreggere una programmazione che abbia respiro e faccia respirare pubblico e operatori. È emersa forte la necessità di un osservatorio dello spettacolo che “censisca” soggetti, operatori e realtà attive sul territorio che contribuiscono non solo al welfare culturale e sociale dei cittadini ma attivano ricadute dirette e indirette, generando importante indotto sui territori.
L’importanza della circuitazione e della promozione che è nel DNA di Fondazione Toscana Spettacolo viene sottolineata così come la formazione e il sostegno di nuovi pubblici e di giovani autori e il favorire reti che concretizzino sul territorio progettualità che possano superare marginalità e sacche di disagio economico e sociale.
In questa direzione siamo stati i primi a portare in Toscana l’affido culturale che si articolerà fino a giugno 2023 con l’obiettivo di contrastare la povertà educativa grazie alla collaborazione attiva fra famiglie per realizzare insieme uscite destinate ai più piccoli al cinema, a teatro, nei musei, nelle librerie ed altre esperienze di fruizione culturale. È realizzato dalla rete messa in piedi da Fondazione in collaborazione con il Comune di Arezzo, la Fondazione Arezzo Comunità e la Fondazione Guido d’Arezzo ed è curato da Officine della Cultura. La nostra ambizione è di estenderlo anche ad altre realtà della Toscana.
Promuoviamo poi progetti di rete interregionale per sostenere la danza (Nid Platform, Anticorpi XL), gli artisti emergenti, i giovani autori (In Box), lo scouting e la circolazione della musica delle nuove generazioni (Glocal Sound), le residenze artistiche (Toscana Terra Accogliente), le arti dello spettacolo nella scuola (il protocollo nazionale con I.N.D.I.R.E e A.R.T.I.), l’inclusione educativa degli studenti con disabilità intellettive, attraverso attività teatrali (il progetto europeo ACT-ABLE).
Siamo inoltre candidati a bandi internazionali sempre tesi alla promozione della cultura dello spettacolo dal vivo e al sostegno dei vari ambiti e dei suoi lavoratori. Oltre a numerosi altri progetti di audience development realizzati nei territori in collaborazione con le amministrazioni, le compagnie e le associazioni per rendere le stagioni di teatrali e tutte le altre attività culturali dei veri e propri servizi offerti alla comunità per una crescita sociale condivisa che colmi disuguaglianze, distanze e dimensioni territoriali. Sul fronte del public engagement ci fa piacere sottolineare anche la nostra collaborazione con il Festival dello Spettatore di Arezzo, appuntamento unico nel panorama nazionale, la cui caratteristica principale è quella di focalizzare la propria attenzione sul pubblico e il “Manifesto dello Spettatore” con l’Associazione Ateatro dello scorso anno del quale è in lavorazione il secondo step “Manifesto del giovane spettatore” che sta cercando di coinvolgere altri circuiti e altri soggetti nazionali sensibili al tema.
Abbiamo inoltre appreso in questi giorni della vittoria del bando europeo CREA- CULT-2022-COOP (European Cooperation projects) per il progetto europeo SPARSE – Supporting and Promoting Arts in Rural Settlements of Europe – che intende promuovere la cultura dello spettacolo dal vivo nelle aree cosiddette rurali degli 11 Paesi partner.
Siamo infine nel pieno della fase di presentazione dei cartelloni e dei progetti per la stagione 2022/23 nei vari Comuni del circuito che confermano come dal e con il territorio si possa sviluppare un modello partecipato di rilancio culturale che garantisca un’offerta organica e di qualità e dia la possibilità alle compagnie di diffondere e condividere le proprie produzioni.
Intervento da LuBeC 2022, Convegno “Spettacolo dal vivo. Nuovi autori e linguaggi contemporanei per costruire nuovi pubblici. Stato dell’arte, politiche e ruoli chiave”