L’intelligenza artificiale nei musei: sfide e opportunità

di Giuliano Gaia, Co-Founder InvisibleStudio


I musei si trovano oggi a fronteggiare forti pressioni significative per integrare l’intelligenza artificiale (IA) nelle loro attività. Queste pressioni provengono da quattro principali attori: aziende, istituzioni, staff e pubblico.

Le aziende, sia grandi che piccole, sviluppano modelli e prodotti basati sull’IA e propongono collaborazioni con i musei. Questo processo offre opportunità, ma solleva anche interrogativi su come gestire tali partnership per garantire risultati sostenibili e utili.

Le istituzioni europee premiano l’uso dell’IA nei progetti culturali, spingendo i musei a integrare questa tecnologia per accedere a finanziamenti e bandi. Tuttavia, l’IA deve essere uno strumento al servizio della missione culturale e non un mero requisito per avere dei fondi.

Lo staff museale si divide tra entusiasti e preoccupati. L’innovazione è spesso più efficace a livello individuale che dell’isitutzione, motivo per cui è fondamentale investire nella formazione degli individui, stimolandoli a innovare il proprio metodo di lavoro e l’organizzazione intorno a loro.

Il pubblico dei musei si digitalizza rapidamente e costringe i musei a tenere il passo. Dalla fruizione di contenuti online all’uso di smartphone e strumenti di IA per analizzare opere, i visitatori pongono nuove sfide ai musei. Questo fenomeno spinge a ripensare il rapporto tra istituzioni culturali e tecnologia.

L’IA generativa ha messo in luce questioni etiche urgenti. E’ fondamentale partire da domande chiave: quali dati utilizzare, chi li gestisce, quali strumenti adottare e come prepararci alle conseguenze delle scelte tecnologiche. Il toolkit sviluppato con Goldsmiths University di Londra, scaricabile gratis dal sito di InvisibleStudio, propone un approccio “future proof”, basato su riflessioni che resistano ai rapidi cambiamenti del settore.

Infine, dobbiamo riflettere sul termine “intelligenza artificiale”, cercando di uscire da un concetto di intelligenza ristretta alla logica, al linguaggio e all’utilità produttiva. Sebbene l’IA sia basata su algoritmi statistici, la sua capacità di interagire con l’essere umano apre interrogativi su nuove forme di intelligenza e sul rapporto che possiamo costruire con queste tecnologie.

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