Patrizia Minardi, Dirigente Sistemi Culturali e Turistici Regione Basilicata
“Matera Immersiva: digitale, modelli di gestione e competenze professionali” riassume temi importanti e complessi della tecnologia applicata ai beni culturali. In particolare, vogliamo segnalare i progetti già avviati in tutta Italia – da Lucca a Prato, fino a Matera – per poter riflettere sulla relazione tra tecnologia e beni culturali, nonché sugli elementi di valorizzazione e fruizione.Questa mattina abbiamo avuto modo di ascoltare degli interventi interessanti rispetto ai temi della digitalizzazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale sia materiale, che immateriale. Ovvero, come i beni culturali possono essere fruiti attraverso tecnologie immersive. Ma quali sono le criticità rispetto a questo punto e, soprattutto, quali sono i rapporti di implementazione tra il pubblico e il privato?
Vorrei partire proprio dai concetti affrontati dai relatori che si sono avvicendati questa mattina, da un lato i rappresentanti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dall’altro le città, hanno ribadito come il rapporto tra conoscenza, valorizzazione e gestione dei beni culturali è decisamente complesso, ma pian piano si sta sempre più definendo. Oggi, conoscere significa creare un rapporto biunivoco tra chi riceve e chi produce informazioni. Il cittadino, il turista possono essere considerati produttori di contenuti, al pari di coloro che amministrano siti web, piattaforme e social.
Il claim è: “Prima i contenuti, poi la tecnologia”. Per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali dobbiamo, infatti, mettere in prima istanza i contenuti. Questo può portare a una gestione delle informazioni in un rapporto virtuoso, tra pubblico e privato. Oggi, piani di gestione e valorizzazione sono richiesti in sempre più campi: dai beni culturali alla produzione cinematografica, fino allo spettacolo dal vivo.
Gestire contenitori culturali, facendoli rivivere attraverso contenuti digitali e non, richiama ad un’ultima riflessione. La sostenibilità di un luogo deve essere concepita non solo in termini di location, ma anche di rapporto virtuoso con la tecnologia. In questi termini, la sostenibilità è un principio etico di responsabilità nei confronti di un luogo, di una storia e di una memoria per le generazioni future.