di Claudio Caciolli, Fondatore e Direttore creativo Bright Festival
Oggi vi parlo del progetto che abbiamo avviato e portato avanti con il Ministero degli Esteri. Faccio una breve premessa su come è nato il progetto e su chi siamo, prima di far parlare le immagini che, nel settore dell’arte digitale, rendono sempre meglio delle parole. Questo progetto è nato da un’iniziativa della sezione Cultura del Ministero degli Esteri che tra le sue attività ordinarie durante l’anno organizza in tutto il mondo eventi di promozione e valorizzazione delle nostre eccellenze, dall’arte al design, all’architettura, alla cucina, teatro, musica, in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura.
Nel 2019, per la prima volta, l’arte digitale è stata inclusa tra le forme di espressione creativa da valorizzare e promuovere in tutto il mondo. In quel momento siamo entrati in contatto con il Ministero degli Esteri poiché Bright Festival, come abbiamo già anticipato, è impegnato da anni nella valorizzazione e promozione della creatività digitale attraverso attività educational (incontri di formazione e di orientamento, seminari, workshops), attività espositive (mostre di arte immersiva o di istallazioni digitali o interattive), organizzazione di spettacoli di videomapping e live performance, in cui comunque l’arte digitale è sempre con un protagonista molto importante. Da questa collaborazione, quindi, è nato Farnesina Digital Art Experience, il progetto che promuove le eccellenze italiane che operano nel settore creativo digitale attraverso l’esposizione e l’esportazione delle loro opere, in collaborazione con eventi e mostre di settore internazionali.
Il progetto è partito da Roma con un video mapping. Possiamo dire il più grande mai realizzato in Italia su una facciata istituzionale. È stato un momento molto importante nel quale non è stato coinvolto un solo studio artistico, come generalmente avviene nel mondo degli spettacoli di mapping, ma una collettiva di artisti. La facciata della Farnesina misura circa 170 metri di larghezza per 50 di altezza. Una facciata imponente e di grande rilevanza istituzionale e culturale. Abbiamo fatto una ricerca a livello nazionale di quali fossero gli studi che negli ultimi anni avevano già realizzato progetti di alto livello o che avevano avuto successo collaborando con istituzioni culturali, aziende pubbliche, private, eventi, manifestazioni internazionali.
Ne abbiamo selezionati 14 provenienti più o meno da tutte le parti d’Italia e abbiamo chiesto loro di creare uno spettacolo per la facciata del Ministero. Non abbiamo dato indicazioni troppo vincolanti agli studi, che generalmente sono abituati a creare contenuti creativi su commissione. Questo perché, come abbiamo già detto in questi giorni, il settore privato è arrivato prima di quello pubblico.
Attualmente non ci sono tanti eventi di questo tipo nel nostro Paese e in questo caso abbiamo deciso di invitare i creativi ad esprimere la loro vena artistica dando come tema generale il Ministero.
Ognuno di loro lo ha interpretato in maniera diversa. C’è chi si è ispirato alla storia, chi all’architettura monolitica e estremamente regolare della facciata della Farnesina, chi al suo ruolo istituzionale, come punto di connessione tra l’Italia e le culture e i Paesi del mondo. Ognuno ha utilizzato le sue tecniche e il proprio stile. Abbiamo così realizzato uno spettacolo di circa 35 minuti a cui hanno assistito circa 4000 persone e che è stato condiviso dalle ambasciate italiane in tutto il mondo, offrendo al pubblico non soltanto la visione e l’interpretazione di uno studio, bensì una panoramica su quello che è lo stato attuale dell’arte digitale in Italia.
Ogni artista quindi ha utilizzato la facciata come una tela su cui raccontare una storia. E chiaramente questo rappresenta uno degli aspetti principali della parte creativa. Spesso si tende a pensare che basta avere un grande apparato tecnologico, una bellissima facciata e qualunque cosa proiettata avrà sicuramente impatto sul pubblico. Ma non è così. Ad esempio, serve uno studio approfondito dell’architettura. Ogni studio ha ricreato un modello 3D e ha utilizzato i software per creare la sua narrazione attraverso le immagini e i suoni. Tutto questo richiede esperienza, competenza, studio. Questo è un aspetto che purtroppo non viene sempre valorizzato. Abbiamo quindi chiesto a tutti gli studi di creare per noi una clip per spiegarci qual era il messaggio che volevano dare e per capire cosa c’era dietro al loro spettacolo.
Anche nella realizzazione della clip ognuno ha utilizzato il suo stile.
Come vedete c’è un grande lavoro che deve legare le immagini ad un messaggio ed ogni studio ha il suo tipo di processo creativo. Abbiamo selezionato il video di uno studio emiliano. Loro sono partiti da scritture antiche e bozzetti grafici, che hanno poi digitalizzato e riportato sulla facciata. Ogni studio ha trasmesso messaggi molto importanti che se volete potete ritrovare sul sito farnesina.brightfestival.com insieme a tutti gli approfondimenti sul digital storytelling degli artisti.
Questo aspetto è centrale non soltanto nel videomapping ma anche nelle altre forme di espressione digitale, come l’Arte Immersiva, che è oggetto di questi due giorni di convegno e che rappresenta una delle più recenti e coinvolgenti forme di espressione artistica digitale.
Proprio per questo motivo, per il secondo step del nostro progetto ci siamo voluti spostare sull’arte immersiva. Mentre il videomapping ha un modello di fruizione tradizionale, con lo spettatore di fronte all’opera, l’arte immersiva supera questo concetto ponendo lo spettatore al centro e creando una sensazione di alterazione dello spazio, data dalla continuità delle immagini che vengono proiettate sul pavimento e sulle pareti a 360°. L’arte immersiva ha anche la caratteristica di essere più facilmente adattabile a strutture diverse rispetto al videomapping che, per definizione, ricalca fedelmente la facciata per il quale è stato progettato.
Questo ci ha permesso di continuare il progetto e portare le opere artistiche degli studi coinvolti in giro per il mondo, attraverso una mostra itinerante che è partita dalla Kunstkraftwerk di Lipsia: un ex-centrale elettrica abbandonata per circa 20 anni che nel 2016 è stata oggetto di un grande progetto di riqualificazione e trasformata nell’unico museo interamente dedicato alle arti digitali e multimediali. Il centro si articola in circa 4000 mq e ospita adesso mostre di arte immersiva di vario genere, da Van Gogh, a Italo Calvino ad Alice nel Paese delle Meraviglie. Partendo da questo spazio, abbiamo chiesto agli studi di creare 14 spettacoli che abbiamo presentato nell’edizione di Bright Festival 2021, proprio a Lipsia.
Creare un contenuto di questo genere richiede una grande competenza, non solo tecnica e di utilizzo dei software, ma multidisciplinare. Noi che da anni collaboriamo con numerosi artisti possiamo assicurarvi che non è banale creare contenuti di alto impatto emotivo e allo stesso tempo capaci di trasmettere un messaggio, determinando così il successo dell’opera. Il progetto Farnesina Digital Art Experience cerca di far capire che è sicuramente importante avere una struttura adeguata e un apparato tecnologico performante, ma quello che veramente fa la differenza è il contenuto, e soprattutto chi lo crea.
Il progetto nasce per valorizzare le eccellenze italiane che da anni lavorano a livello internazionale e che stiamo cercando di far conoscere nel mondo, dove notiamo che la creatività italiana viene apprezzata in maniera particolare.
Per questo motivo crediamo ancora di più che il progetto Farnesina Digital Art Experience abbia un grandissimo valore.
Intervento da LuBeC 2021 “Convegno Tecnologia e creatività artistica: un’alleanza per il cambiamento”