La valorizzazione dei beni culturali: il federalismo demaniale come nuova opportunità

di Luciana Bartaletti, Sindaco di Chiusdino (SI); Giorgia Muratori, Segretario regionale SR-TOS; Gabriele Nannetti, Soprintendente SABAP-SI;  Elena Nappi, Sindaco di Castiglione della Pescaia (GR)

Intervento di Giorgia Muratori, Segretario regionale SR-TOS

Il Federalismo demaniale
I comuni, le province, le città metropolitane e le regioni possono chiedere il trasferimento della proprietà, a titolo gratuito, di beni immobili appartenenti al demanio dello Stato ai sensi del Decreto Legislativo 28 maggio 2010, n. 85, che istituisce il c.d. Federalismo demaniale. La condizione del trasferimento è che ne sia garantito il recupero e la massima valorizzazione funzionale (art. 1, comma 2), con l’obiettivo di mettere i beni a disposizione delle comunità e dei cittadini.

Il Federalismo culturale
Per i beni culturali vale una speciale disposizione del federalismo demaniale, comunemente nota come federalismo culturale (art. 5, comma 5 del D. Lgs. 85/2010 e circolare 18 del 18 maggio 2011 del Segretariato generale del Ministero della Cultura), che prevede la possibilità di trasferire in proprietà agli Enti territoriali alcuni beni appartenenti al demanio artistico, storico e archeologico dello Stato, realizzando in tal modo un passaggio infra-demaniale (ex art. 54, comma 3, del Codice dei Beni Culturali).

Il Segretariato regionale per la Toscana, organo periferico del MiC, svolge un ruolo di coordinamento regionale. I soggetti interessati sono l’Ente territoriale proponente, il Ministero della Cultura e l’Agenzia del Demanio che pattuiscono e garantiscono l’obiettivo della massima valorizzazione dei beni. L’Accordo relativo al singolo bene culturale prende avvio dalla presentazione del Programma di Valorizzazione da parte dell’Ente interessato.

Il Tavolo Tecnico Operativo valuta il progetto di valorizzazione. Il procedimento si conclude con la sottoscrizione dell’accordo di valorizzazione fra Segretariato regionale per la Toscana, Agenzia territoriale del Demanio ed Ente territoriale, cui fa seguito l’Atto di trasferimento in proprietà del bene, che deve intervenire entro 120 giorni dallo stesso.

Le risorse finanziarie possono essere fondi gravanti sul bilancio dell’Ente territoriale o provenire da programmi regionali o nazionali, fondi europei o fondi privati. L’Ente territoriale è soggetto, nel periodo previsto per l’attuazione dell’intero Programma di valorizzazione, ad un’attività di monitoraggio che prevede la presentazione di una Relazione annuale esplicativa delle attività svolte ed in generale dello stato di avanzamento del Programma, fino alla sua completa realizzazione.

 

Intervento Gabriele Nannetti, Soprintendente SABAP-SI

Il ruolo della Soprintendenza territoriale e la progettualità del programma di valorizzazione

La Soprintendenza territoriale competente, nell’ambito dell’elaborazione del programma di valorizzazione da parte dell’amministrazione territoriale, verifica la descrizione e l’interesse culturale del bene, comprensivo del relativo contesto territoriale, tenendo conto della normativa vigente e delle disposizioni impartite dal Segretariato Generale del MiC.

A seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. 36/2023 “Codice dei contratti pubblici”, tiene anche conto degli elaborati riconducibili ai contenuti minimi del quadro esigenziale, al documento di fattibilità delle alternative progettuali, al documento di indirizzo della progettazione, al progetto di fattibilità tecnica ed economica e al progetto esecutivo.

Inoltre, partecipa ai tavoli tecnici per gli aspetti di competenza e verifica il rispetto delle prescrizioni e delle condizioni contenute negli Accordi di valorizzazione. In caso di inadempimento è tenuta a darne comunicazione al Segretariato regionale e al competente ufficio territoriale dell’Agenzia del Demanio, ai fini dell’eventuale risoluzione di diritto dell’atto di trasferimento.

Nei territori di competenza della Soprintendenza di Siena, Grosseto ed Arezzo, dal 2011 alla data odierna, si sono sottoscritti i seguenti accordi: Ex Carcere di San Domenico a San Gimignano (SI), Abbazia di San Galgano a Chiusdino (SI), Rocca Pisana all’Isola del Giglio (GR), Casa Ximenes a Castiglione della Pescaia (GR), Ex rifugio antiaereo a Torrita di Siena (SI); mentre sono in corso le procedure per la Chiesa di Santo Stefano e San Lazzaro a Castiglion Fiorentino (AR), l’Ex Casello idraulico del Puntone a Scarlino (GR).

 

Il Federalismo Culturale in Toscana e l’esperienza raccontata dagli amministratori dei territori

Intervento di Luciana Bartaletti, Sindaco di Chiusdino (AR) presenta il caso dell’Abbazia di San Galgano

Il progetto di sviluppo culturale e turistico del territorio di Chiusdino fonda le sue basi sulla legge sul Federalismo demaniale e mette a frutto l’impegno pluridecennale dell’Amministrazione nello sviluppo di un programma che, muovendo dall’Abbazia di San Galgano, investe l’intero comprensorio.

Come è noto, dopo il fulgore duecentesco, per il monastero cistercense si inaugurò una lenta decadenza coincidente col progressivo trasferimento dei monaci a Siena, seguita dal sostanziale abbandono dell’Abbazia, dalla sua trasformazione in fattoria e in cava di materiale da costruzione. Tutto ciò fino all’intervento delle istituzioni, fra le quali il Comune, che condusse lo Stato alla sua acquisizione e all’esecuzione dei restauri condotti dalla Soprintendenza che, fra gli anni Venti e Cinquanta del Novecento, di fatto, la salvarono dalla completa rovina. Un primo accordo formale tra il Demanio e il Comune di Chiusdino, per una gestione più puntuale e organica del complesso, come luogo aperto al pubblico, risale al 2003 e prevedeva una gestione garantita dal Comune, unitamente alle manutenzioni necessarie alla conservazione. Rimaneva però l’impossibilità da parte di Chiusdino di riversare ingenti risorse finanziarie su un bene non annoverabile tra le sue proprietà patrimoniali.

In parallelo, il Comune andava maturando un progetto che scaturiva dall’analisi del contesto locale e dai risultati di ricerche e iniziative di carattere scientifico, specialmente nell’ambito della storia e dell’archeologia: iniziava a delinearsi con sufficiente precisione l’idea di un parco diffuso in grado di mettere a sistema tutte le risorse culturali, spesso incastonate in un territorio incontaminato, estremamente suggestivo, ma fino ad allora escluso dai principali circuiti turistici della regione.

Con l’entrata in vigore della legge sul federalismo demaniale, in virtù del sostegno del Demanio, della Soprintendenza di Siena e del Segretariato regionale, che intendo ringraziare pubblicamente una volta di più, decidemmo di elaborare in forma definitiva il Programma di valorizzazione, la cui approvazione è propedeutica e necessaria al passaggio di proprietà, avvenuto nel settembre 2017. Si è trattato di una gestazione complessa, che però ha beneficiato della chiarezza degli intenti e dei molteplici rapporti instaurati.

Ciò che ne è scaturito è un modello sia nella sua concezione ed estensione territoriale, sia nell’approccio al monumento, al suo restauro e alla sua valorizzazione, rigorosamente innestati sull’asse portante della diagnosi poggiante su ricerche interdisciplinari e strutturate, ricadenti sulla conoscenza, sulla sua possibilità di divulgazione e sulla creazione dei contenuti per le aree che verranno restituite alle visite.

Chi oggi visita San Galgano, spesso con tour guidati condotti direttamente dai ricercatori, anche in costume storico, viene coinvolto in quest’impresa e se ne sente parte. Sente di contribuire alla sua realizzazione.

Elena Nappi, Sindaco di Castiglione della Pescaia (GR), presenta il caso di Casa Ximenes – una fucina di idee e progetti

La Casa Rossa è un complesso architettonico che domina la Riserva Naturale della Diaccia Botrona nel comune di Castiglione della Pescaia. Costruita nel 1765 da Leonardo Ximenes, è dal 2018 nelle disponibilità dell’Amministrazione comunale.

Il Comune di Castiglione della Pescaia si occupa dell’accoglienza dei fruitori, realizza specifici programmi e laboratori didattico-educativi, educazione scientifica ed attività di educazione ambientale.

Tanti inoltre i progetti realizzati ed in corso:

2022: “La Diaccia In Rete” per una valorizzazione della Riserva Naturale Diaccia Botrona e lo sviluppo di un turismo sostenibile, attraverso azioni di innovazione tecnologica, di promozione e di comunicazione.

2023: Realizzazione del primo stralcio di un progetto di efficientamento energetico con la realizzazione dell’impianto di climatizzazione e il miglioramento dei requisiti di accessibilità e completamente del progetto di efficientamento energetico con la sostituzione degli infissi esterni, l’installazione di ventilconvettori, nonché all’adeguamento dell’impianto elettrico e di illuminazione. Inoltre, nasce il progetto ReBoot MED per promuovere in 10 aree pilota in 6 paesi del Mediterraneo occidentale, partenariati pubblico-privati finalizzati alla co-definizione di piani d’azione per l’economia blu e l’ecoturismo.

Il Comune ha presentato il progetto “L’anello della biodiversità tra mare, terra e palude: la Riserva Naturale Diaccia Botrona e porta Casa Rossa Ximenes” di cui è capofila con Comune di Grosseto e Regione Toscana. Il progetto prevede la realizzazione di un percorso di valorizzazione e promozione della Riserva. La fase di fattibilità e progettazione si svolgerà da ottobre 2023 a maggio 2024. Continua la collaborazione con l’Associazione Maremmana Studi Astronomici per il monitoraggio degli aspetti meteoclimatici e ambientali attraverso una stazione meteo installata in loco.

La Casa Rossa Ximenes è oggi, soprattutto, uno dei luoghi del cuore dei castiglionesi: vi si celebrano matrimoni, spettacoli dal vivo, mostre e molto altro ancora. Nel 2024 il Comune proporrà la candidatura per il riconoscimento di museo/ecomuseo di rilevanza regionale.

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