di Barbara Catalani, Assessore allo sviluppo delle politiche culturali, educative e giovanili – Comune di Follonica
Il museo Magma di Follonica nasce con l’intento di immaginare un museo quale luogo d’incontro, di ricerca, di sperimentazione e di continuo legame con la comunità e il suo territorio. Gli allestimenti e il concept sono pensati per suscitare interesse, approfondimento e coinvolgimento: narrando storie si stimola il visitatore a ritornare e a ritrovarsi. Il racconto appare aperto e discontinuo, come lo sono i linguaggi e la cultura della nostra epoca, così alla tradizionale esposizione dei reperti, si affianca il supporto audiovisivo di approfondimento e in alcuni casi di semplice suggestione: uno spazio virtuale che lascia libero quello fisico, che diventa così più contemplativo ed evocativo.
Il rapporto con il digitale è stato quindi fondamentale proprio nel concept del museo, un mezzo utilizzato in tutte le sue peculiarità, uno strumento capace di contenere infinite possibilità di fruizione e quindi di conservazione delle storie.
L’utilizzo della rete permette di presentare ed esplorare il materiale in molte differenti modalità, consentendo in particolare la preziosa funzione di trasformazione e aggiornamento degli argomenti stessi. Il concetto di museo oggi è fortemente cambiato: esce dagli schemi puramente espositivi e contemplativi per porsi come luogo di formazione continua, rivolto a un pubblico molto eterogeneo e anche molto più esigente.
Negli anni si è proseguito verso questa direzione grazie a nuove ricerche e nuove acquisizioni di contributi che servissero ad arricchire la banca dati ma soprattutto a generare nuove storie da raccontare attraverso iniziative, mostre e perfino rappresentazioni teatrali collocando il museo nel territorio come centro propulsore di attività legate alla storia della siderurgia, al valore del lavoro e delle persone.
Durante il lungo lockdown, ad esempio le proposte sono andate nella direzione di raccontare, questa volta attraverso i canali social, alcune delle storie più significative attingendo a tre temi principali: la comunità, il patrimonio industriale e gli approfondimenti dei progetti svolti negli anni. Una forte strategia comunicativa organizzata per post settimanali riconoscibili attraverso hashtag specifici e contenuti originali. Evitando i virtual tour si è preferito lavorare ad un piano editoriale specifico che approfondisse tutti i temi presenti.
Sono questi i presupposti di un museo vivo capace di rispondere alle istanze di una nuova era, sono questi i principi che hanno portato al riconoscimento, nel 2016, della Regione Toscana e Soprintendenza Archivistica, del museo Magma come soggetto capace di avviare un lavoro di valorizzazione degli archivi d’impresa che si protrarrà fino al 2021. Mettendo insieme archivi minerari e siderurgici rappresentati i territori dell’Amiata, dell’Isola d’Elba delle colline metallifere e di Piombino, si è dato voce un pezzo di storia nazionale che rappresenta la nostra cultura e la nostra storia. Un viaggio virtuale dalla montagna al mare raccontato attraverso i documenti che ciascun archivio conserva e tutela. Un’occasione straordinaria per fare rete, conoscersi e stimolare la volontà di costituire un primo polo digitale per la Toscana Meridionale che potrebbe costituire l’ossatura per un grande progetto di valorizzazione della storia di un territorio e della sua originaria vocazione.
In un momento in cui globalmente abbiamo compreso il valore del sistema digitale, non solo e non più solo per la conservazione, ma soprattutto per la valorizzazione dei documenti e di ciò che essi conservano, il progetto Archivi, rendere visibile il visibile, ha costituito per tutti i territori coinvolti una grande opportunità di sviluppo, di lavoro e rilancio turistico per questa parte di Toscana.
Intervento da LuBeC 2021, convegno “Musei, biblioteche e archivi in Toscana”