di Fabrizio Sudano – Soprintendente A.BA.P. per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia, Marco Stefano Scaravilli – Funzionario Archeologo Soprintendenza A.BA.P. per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia e Franco Prampolini, Università Mediterranea di Reggio Calabria
Questo intervento intende presentare alcune strategie messe in atto per l’incremento dell’inclusione e della condivisione al Museo di Medma-Rosarno.
Il museo svolge di fatto una doppia funzione: la prima è quella di ufficio territoriale di tutela, afferente alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia, in grado di garantire una presenza stabile sul territorio del personale tecnico della Soprintendenza, funzione significativa in un contesto territoriale in cui l’abitato moderno, in continua espansione, si sovrappone in gran parte all’antico centro di Medma. Al piano terra sono quindi ospitati gli uffici e i depositi che custodiscono i materiali provenienti dalle indagini condotte a Rosarno e in un ampio settore territoriale posto sotto la tutela della Soprintendenza.
La seconda funzione è quella di struttura museale con un percorso espositivo che espone una significativa selezione di reperti pertinenti all’antica polis greca. Il percorso inizia con una sezione dedicata alla necropoli, dove le ricerche hanno consentito di individuare circa 600 di tombe (VI-III e secolo a.C.). Segue un settore dedicato ai santuari, in cui la sezione più ampia espone i materiali pertinenti al santuario di contrada Calderazzo dove Orsi, in occasione delle campagne di scavo del 1912 e 1913, rintracciò una grande fossa votiva colma di ex-voto fittili e metallici.
Sebbene numerosi esemplari di “terrecotte di Medma” siano confluiti in istituti museali italiani ed esteri, il museo di Rosarno, insieme al Museo Nazionale di Reggio di Calabria, conserva la più importante collezione di una produzione – la coroplastica medmea – che si distingue nel panorama magno-greco per qualità estetica dei prodotti e varietà dei tipi. Sezioni minori espongono i reperti provenienti dall’abitato, a seguito di un programma di controllo dei lavori edilizi e saggi preventivi ante litteram, portato avanti dalla Soprintendenza dalla fine degli anni ‘70, a causa della caotica espansione del centro abitato verso Pian delle Vigne. Il museo si pone al centro della programmazione della Soprintendenza in virtù della funzione significativa che riteniamo rivesta nel contesto territoriale di appartenenza, per la valorizzazione del patrimonio archeologico e per il rafforzamento dell’identità culturale della comunità e la promozione di una cultura improntata al rispetto del patrimonio culturale.
Tra i progetti realizzati negli ultimi anni ed in fase di completamento un posto di rilievo occupa l’impiego delle nuove tecnologie per l’incremento della comunicazione e dell’inclusione. Il rilievo della collezione esposta, attraverso tecniche di foto-modellazione e successiva restituzione di modelli digitali tridimensionali, realizzato nell’ambito dei progetti “Medma Touch Feel Think” e “In ambiente di Mito” – portati avanti grazie al partenariato tra la Soprintendenza, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, la Città di Rosarno e soggetti privati come il consorzio Ecolandia – ha consentito la creazione di un catalogo 3D dei reperti. Si tratta di uno strumento utilissimo per gli studiosi di settore, che permette di consultare modelli digitali fedeli al reperto originale, elaborati ad alte risoluzioni. Il portale web dedicato consentirà anche la visita virtuale del Museo, con benefici sia sul piano dell’accessibilità della collezione, che della diffusione della conoscenza del patrimonio culturale del territorio.
La riproduzione analogica ad alta precisione (mediante stampa 3D e altre tecniche) di alcuni reperti, realizzata in accordo con il Museo Nazionale di Reggio Calabria, consente di restituire al contesto di appartenenza importanti esemplari conservati presso altre strutture museali e, al contempo, di offrire un’esperienza di esplorazione tattile a persone con disabilità sensoriale. Proprio il tema dell’accessibilità è stato centrale in questi ultimi anni per il Museo di Medma-Rosarno che ha raggiunto importanti obiettivi su questo terreno, essendosi dotato anche di un percorso tattile lungo le sale, dotate di guide continue a pavimento e di una pianta tattile all’ingresso, e si dota ora di postazioni tecnologiche in grado di offrire “touch tour” per non vedenti. Quest’ultime – mediante un sistema di riconoscimento facciale e un’app vocale dedicata – forniranno informazioni sull’inquadramento storico e la caratterizzazione tipologica delle suddette riproduzioni.