di Alberto Passi
“Villa”, nell’accezione antica, significa campagna. Parco, giardino, per la Villa Veneta, era ed è la campagna “ben ordinata” e produttiva che la circonda. Tardi sorsero giardini all’italiana e romantici, estetici e ludici. Il sistema delle Ville Venete, centri propulsori dell’economia agricola e manifatturiera veneziana sorti a migliaia a partire dal XVI secolo, è frutto di una mentalità repubblicana, una filosofia fattasi politica sostenibile di governo, e infine utopia, quella di una società perfetta armonicamente inserita nella Natura. Sedimentando quotidianamente la “vita in Villa” e il genius loci, filtrando la storia che ha visto sorgere, progredire e decadere questo luogo, pur giungendo ai giorni nostri, ho mutuato nel tempo l’insegnamento per provare a gestirlo e mantenerlo.
Queste le premesse per l’approccio al progetto di restauro del Parco Storico di Villa Tiepolo Passi, nello spirito e nell’idea del bando PNRR.
Tra i capisaldi, il ripristino storico e didattico del Circuito dell’Acqua, che garantiva anticamente la produzione e conservazione di cibo fresco per la comunità. Una rosta di 6,5 m sollevava l’acqua del Rio Piovensan, che attraversa la tenuta, in una vasca di colmata; per vasi comunicanti, l’acqua giungeva sulla sommità della grotta-ghiacciaia, per rinfrescarla d’estate e produrre ghiaccio d’inverno; riempiva la peschiera, dove in modo spontaneo e naturale proliferava il pesce; scorreva per caduta fino al lago, riserva irrigua per il Brolo ricco di frutta e verdura. Il troppo pieno tornava nel rio, senza spreco o inquinamento. Uno storico esempio virtuoso e sostenibile di trasporto e gestione dell’acqua, che, patrocinato anche dal Consorzio di Bonifica Piave, evidenzia l’importanza etica e sociale dell’uso delle risorse naturali.
Il progetto è stato anche un’occasione per coinvolgere le amministrazioni locali a investire per una politica dell’ambiente e una nuova economia di scala coerenti con il concetto di “museo diffuso”. La monumentale Prospettiva vincolata della Villa (2,5 Km) parte nel Comune di Carbonera e termina in quello di Silea: un asse di grande valore paesaggistico, trait d’union tra il Parco del Sile e il Parco dello Storga. Le due amministrazioni, pur di opposto segno politico, hanno trovato utile incontrarsi realizzandovi una ciclabile aperta a tutti, parte dell’Intesa Programmatica d’Area per le ciclabili nel territorio provinciale.
Altri aspetti coinvolgeranno coltivazioni alla maniera antica nel Brolo, il recupero del Roccolo di Caccia come osservatorio di birdwatching, interventi per l’inclusione, strumenti multimediali per la fruizione, pubblicazioni, un documentario, e molto altro.
Le Dimore Storiche sono capisaldi del paesaggio che le circonda. La conoscenza, l’attenzione e il rispetto per la Natura erano un tempo e lo sono oggi indispensabili per la sopravvivenza ed erano così come dovrebbero essere al primo posto tra i valori: i nostri parchi antichi racchiudono questo pensiero. La loro vitalità e bellezza suscita sempre gioia e stupore; è bello ascoltare i commenti e le raccomandazioni di compaesani e visitatori, segno di amore e orgoglio per un luogo che è considerato di tutti: bene comune (res publica).