Intervento di Maria Tommasa Granese, Funzionario archeologo – SABAP di SA e AV a LuBeC 2020
Il Progetto “La moneta a Elea/Velia. Restauro, studio e valorizzazione” è nato da una convenzione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno e la Fondazione Nazionale delle Comunicazioni.
La Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino, nei suoi compiti istituzionali di ricerca e tutela del patrimonio archeologico, opera da diversi anni in collaborazione con la cattedra di Numismatica greca e romana dell’Università degli Studi di Salerno (referenti prof.ssa Renata Cantilena e dott. Giacomo Pardini) per la conoscenza dell’enorme patrimonio numismatico rinvenuto nell’antica città di Elea/Velia. Sinora le indagini archeologiche hanno infatti restituito circa 10.000 monete, quasi del tutto inedite, che coprono un arco temporale compreso fra la fondazione della città (540 a.C.) e la fine dell’impero romano. Ad Elea, fin dalle origini, l’uso della moneta era fortemente radicato e volto a facilitare lo svolgimento delle attività economiche dei suoi cittadini legate agli scambi commerciali sul mare. Elea/Velia rappresenta un caso di studio straordinario dal punto di vista numismatico, non solo per la copiosa produzione di moneta, ma anche per l’eccezionale numero di monete rinvenute nel sito archeologico che lo rendono un osservatorio privilegiato per la comprensione della circolazione monetale nel mondo antico. Il progetto ha previsto, sulla base del censimento di tutto il patrimonio numismatico di Elea/Velia, il restauro di circa 3000 monete, selezionate tra gli esemplari più significativi della monetazione nelle diverse fasi cronologiche. Il restauro è stato preceduto da analisi archeometriche conoscitive preliminari e seguito dalla schedatura di alcuni reperti monetali. Nelle fasi di catalogazione sono stati privilegiate monete rinvenute in alcuni significativi contesti di Elea/Velia, differenziati per tipologia e funzione, al fine di esaminare gli ambiti sia pubblici sia privati. L’intervento conservativo, oltre a garantire la tutela degli importanti reperti numismatici in precario stato di conservazione da anni, ha consentito le attività scientifiche di classificazione, catalogazione, studio, per rendere finalmente noto questo enorme e significativo patrimonio e, attraverso esso, una delle “storie” fondamentali – quella economica – dell’antica città di Elea/Velia, che potrà illuminarci anche su diversi aspetti sociali e culturali della patria di Parmenide. La forza comunicativa del progetto, che ha favorito l’ampio consenso di voti riscosso sui social, è nata dalla sinergia fra competenza scientifica e capacità di trasformare dei linguaggi tecnici, rendendoli comprensibili a un vasto pubblico nel corso delle presentazioni alle scuole e alle comunità locali. Le monete da scavo, infatti, rivestono un particolare interesse perché mostrano un vivido spaccato dell’uso della moneta di piccolo conto, ovvero quei piccoli strumenti dello scambio che ancora oggi ci accompagnano nella vita di tutti i giorni. I raffronti con il potere di spesa della moneta nel mondo moderno hanno aiutato a far comprendere meglio le modalità di utilizzo delle monete nell’antichità e la loro importanza nella ricostruzione dell’economia. Le monete consentono, infatti, di costruire uno storytelling accattivante, da modulare in base al target dei fruitori: si tratta dunque di oggetti parlanti che raccontano tante microstorie che sono tasselli fondamentali per ricostruire pagine di storia di Elea/Velia, un luogo che è parte del patrimonio culturale collettivo dell’Umanità. Un’importante ricaduta di questo intervento conservativo è anche la realizzazione in itinere di un’esposizione al pubblico di parte di questo importante patrimonio numismatico: i dati acquisiti, anche attraverso strategie di comunicazione digitale, saranno fonte di preziose informazioni per la comunità. Il progetto “La moneta a Elea/Velia. Restauro, studio e valorizzazione di conoscenza, salvaguardia e valorizzazione” dunque ha perseguito obiettivi di conoscenza, tutela e valorizzazione, azioni strettamente interconnesse in un progetto virtuoso sul patrimonio culturale.
Intervento di Rosa Maria Vitola, Funzionario responsabile Art Bonus – SABAP di SA e AV a LuBeC 2020
Il ricorso all’Art Bonus è stato per la Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino, diretta dall’arch. Francesca Casule, un’esperienza molto positiva. Tutti i nostri progetti inseriti sul portale, importanti non solo dal punto di vista storico culturale ma anche da un punto di vista economico, sono stati interamente finanziati. Contrariamente alle statistiche nazionali secondo le quali al sud Italia l’Art Bonus stenta a decollare, l’esperienza della SABAP di SA e AV, grazie all’entusiasmo e all’impegno del dirigente e dei funzionari coinvolti che hanno da subito compreso le grandi potenzialità che il credito d’imposta offre per il restauro e la valorizzazione del patrimonio culturale di cui l’Italia e in particolare le nostre province di Salerno e Avellino sono depositari, ha avuto un risvolto positivo. Il primo passo verso il successo è stato quello della formazione: fin da subito infatti la dirigente ha favorito la partecipazione di noi funzionari ai corsi dedicati all’Art Bonus, fondamentali per l’acquisizione dei percorsi e delle strategie da adottare per il successo di un progetto. Importante è sottolineare inoltre la partecipazione della Soprintendente Casule ad alcuni di questi corsi che le hanno permesso una conoscenza diretta delle linee guida da applicare al credito d’imposta e la conseguente condivisione con i propri funzionari. L’insegnamento primario che abbiamo appreso e applicato in tutti i nostri progetti è la necessità di attivare la ricerca di uno o più possibili mecenati prima ancora di inserire il progetto sul portale in modo da avere una base economica di partenza che dia la garanzia di successo all’intervento. Questo ci ha permesso di raggiungere e in alcuni casi di superare la percentuale minima prevista per poter accedere al co-finanziamento dei progetti da parte del MiC. E’ fondamentale quindi che l’attività di comunicazione inizi ancora prima che i progetti vengano pubblicati sul portale ART BONUS, infatti, per quanto validi da un punto di vista culturale, i progetti che non vengono presentati, che non vengono comunicati al territorio sono progetti purtroppo destinati a morire. I nostri sforzi e il nostro entusiasmo sono stati ripagati con l’inclusione di uno dei nostri progetti di restauro, “Le Monete di Elea/Velia”, nel Concorso Art Bonus 2019. Anche in questo caso abbiamo da subito avvertito la necessità, prima ancora di chiedere voti, di presentare il progetto alla comunità territoriale, farne conoscere non solo il valore storico ma anche l’originalità del restauro. E’ iniziato da subito, anche con il prezioso contributo dell’Università di Salerno, un corale lavoro di comunicazione attraverso i canali social e il nostro sito ufficiale, attraverso i media ma soprattutto attraverso incontri diretti con il territorio. Siamo stati ospiti in alcuni Comuni del Cilento, in Associazioni e Fondazioni Culturali che hanno accolto con grande entusiasmo il nostro invito di presentazione, ma soprattutto abbiamo lavorato con i giovani, con le scuole e l’università, un percorso quest’ultimo che ci ha dato tanta emozione e soddisfazione. Un lavoro di comunicazione e di conoscenza che ci ha permesso di classificarci al primo posto in Italia nel concorso ART BONUS 2019. In base alla nostra esperienza possiamo sicuramente affermare che sia che si tratti di chiedere finanziamenti per procedere alla realizzazione di progetti o di chiedere voti per i progetti che vengono messi a concorso, la strategia di comunicazione vincente è la stessa. I sostenitori, siano essi mecenati o pubblico votante, non finanziano e non votano un progetto solo per ragioni fiscali o per campanilismo ma perché in quel progetto ci credono, credono al suo valore storico culturale e alla necessità di trasmettere quel patrimonio e quei valori alle generazioni che verranno dopo di noi affinché possano goderne come abbiamo fatto noi. La comunicazione non deve essere mera pubblicità ma per essere efficace deve farsi portatrice della passione che spinge a fare determinate scelte di restauro e di valorizzazione e che sappia fare leva sulla conoscenza e l’amore per il patrimonio di cui siamo depositari. Prima ancora di puntare sul beneficio fiscale, importantissimo per invogliare alla donazione, bisogna quindi lavorare sulle coscienze dei cittadini e sul cambiamento culturale nel rapporto tra questi e il patrimonio culturale, dopo di che la donazione non sarà vista come un gesto di convenienza ma come consapevolezza che attraverso la donazione noi preserviamo e assicuriamo il nostro passato alle future generazioni. Un ringraziamento speciale ai funzionari e al dirigente di Ales spa che ci hanno supportato in modo proficuo in tutte le fasi dei progetti.