Una finestra virtuale sul futuro dei beni culturali. Multimedialità, nuove professioni e Pubblica Amministrazione: ecco come cambia la valorizzazione del territorio
La sesta edizione di Lu.Be.C. ha avuto come baricentro tematico il rapporto tra committenza pubblica, lavoro, e fabbisogni professionali, con focus dedicati alla piccola e micro impresa, presente all’iniziativa anche nella contestuale rassegna espositiva.
Nel nostro Paese il mercato che si sviluppa attorno alla filiera beni culturali – tecnologia – turismo offre ancora ampi margini di ottimizzazione e qualificazione dei suoi fattori ai fini di un maggiore sviluppo e di migliori posti di lavoro e, d’altro canto, si tratta di un mercato che vive tuttora di una committenza prevalentemente pubblica. Vi è peraltro da registrare una contraddizione, ovvero che pur essendo il Paese con il più alto numero di beni culturali al mondo, i laureati del settore stentato a trovare lavoro.
Le politiche pubbliche, a livello centrale e locale, devono conseguentemente essere guidate da valutazioni attente, che partendo dalla misurazione dei risultati delle azioni già realizzate incrocino l’analisi dei fabbisogni, per pervenire alla individuazione delle nuove strade da percorrere cogliendo al meglio le potenzialità offerte da un mercato ancora abbastanza giovane e poco strutturato.
Il risultato di questo processo trova nel sistema di scelte della committenza una vera e propria chiave di volta che, nel suo dispiegarsi, deve prendere atto di due fattori che agiscono sulla filiera di sviluppo e innovazione dei beni culturali: il primo costituito dalle esigenze culturali alla base dell’utenza finale e registrate al momento dell’analisi; il secondo costituito dall’evoluzione veloce e continua della tecnologia, che è il relativo strumento di fruizione e divulgazione di riferimento. In questo contesto, quindi, l’analisi dei fabbisogni dovrà condurre, anche attraverso la lettura dei comportamenti dei più giovani, a quelle che saranno i bisogni legati alla domanda di fruizione culturale di medio periodo per non rischiare di muoversi in ambiti e prospettive destinati a risultare, a cose fatte, già superati.
In questo quadro si sono costituiti i seguenti momenti cardine del dibattito di LuBeC 2010:
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- La presentazione del Rapporto condotto da Unioncamere e MiBAC “Il sistema economico integrato dei beni culturali”, in apertura dei lavori, il 21 mattina;
- La presentazione di TEBE, Studio di fattibilità per l’individuazione di modelli di business tra ICT e beni culturali, il 21 pomeriggio;
- La presentazione del rapporto “Fabbisogni professionali nella gestione dei beni culturali degli EELL”, il 21 pomeriggio;
- Il work shop “Alla ricerca del bando ideale tra pubblica amministrazione e impresa”, che presenta il lavoro condotto dal Tavolo di lavoro per la qualità dei bandi e degli appalti nei servizi alla cultura, che si propone l’ideazione di solide linee guida e credibili schemi di bando per favorire l’incontro tra PA e piccola-media impresa, il 22 mattina;
- la presentazione della campagna “Adotta un’opera d’arte”, un iniziativa nata in seno alla Camera di Commercio di Lucca.
Gli atti della sesta edizione sono disponibili in versione cartacea presso la segreteria di LuBeC.