di Maria Luisa Amante, Dirigente del Servizio I – Direzione Generale Creatività Contemporanea
La Direzione Generale Creatività Contemporanea (DG CC) del Ministero della Cultura nasce all’inizio del 2020 in sostituzione della Direzione Generale per l’Arte e l’Architettura contemporanee e le Periferie urbane; con la nuova denominazione sono stati istituiti nuovi servizi con nuove competenze, tra cui il Servizio I – Imprese culturali e creative, moda e design.
Questo è stato un primo segnale, a livello istituzionale, del voler riconoscere l’ambito creativo come filiera complessa, composta da realtà e da settori che, pur avendo già una loro storia di relazioni con la PA, in termini normativi e di finanziamento, iniziano ora ad essere considerati come componenti di un quadro coerente che costituisce un asset importante e strategico per il Paese.
Inoltre, in virtù delle nuove competenze, all’inizio del 2021 viene affidata alla DG CC anche la responsabilità del DESK Italia Europa Creativa.
Quando, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Ministero della Cultura si è trovato a dover gestire un investimento specifico dedicato agli organismi culturali e creativi, questo è stato coerentemente affidato alla DG CC. L’obiettivo dell’investimento, del valore di 155 milioni di euro e suddiviso in quattro linee di intervento, è favorire la transizione digitale e green degli organismi culturali e creativi.
Tra le istruzioni che illustrano l’investimento, la prima indica che lo stesso si rivolge sia al settore profit che a quello non profit – quindi non solo all’impresa in senso stretto – un’indicazione preziosa perché, nell’ambito culturale e creativo, il non profit è magna pars e spesso anche la parte più creativa.
Inoltre, non esistendo una normativa cristallizzata che delinei il perimetro d’intervento, le istruzioni, per individuare il campo d’applicazione dell’investimento, fanno riferimento, alla definizione di organismi culturali e creativi presente nel programma Europa Creativa, che, essendo al secondo settennato, ha ampiamente sperimentato questo tipo di identificazione dell’appartenenza ai settori; pertanto, forte di questa indicazione che comprende anche l’area non profit (in cui non si utilizzano i codici ATECO), nonché di esperienze pregresse con altre forme di ristori al settore, la Direzione Generale aveva la consapevolezza che, viceversa, rivolgersi solo a imprese identificabili tramite codici ATECO avrebbe costituito una criticità importante. Abbandonare l’utilizzo dei codici ATECO per identificare i beneficiari di un avviso pubblico si traduce in un enorme lavoro a livello di controllo amministrativo, perché significa individuare la mission dell’organismo all’interno dello statuto e verificarne l’applicazione attraverso lo studio del curriculum. D’altra parte, tale attività consente una lettura più accurata della realtà che si propone per l’avviso, in linea con le aspettative degli stakeholder del settore culturale e creativo.
Infatti, la prima azione intrapresa dalla DG per definire le misure applicative del PNRR è stata proprio ascoltare gli stakeholder, attraverso un lungo ciclo di incontri che ha portato, tra l’altro, a definire un elenco di nove settori culturali e creativi, sulla base della definizione di Europa Creativa, con l’aggiunta di un decimo a carattere interdisciplinare, poiché nel mondo della creatività contemporanea i progetti e gli organismi sono spesso multidisciplinari e transettoriali:
- musica
- audiovisivo e radio (inclusi film, cinema e tv, videogiochi, software e multimedia)
- moda
- architettura e design
- arti visive (inclusa fotografia)
- spettacolo dal vivo (inclusi teatro e danza) e festival
- patrimonio culturale materiale e immateriale (inclusi musei, archivi, biblioteche)
- artigianato artistico
- editoria, libri e letteratura
- area interdisciplinare
A livello procedurale, la Direzione Generale ha inizialmente redatto delle linee guida che rappresentano il disegno strategico complessivo, pubblicate a maggio 2022. Successivamente è stato predisposto il bando più cospicuo dei quattro, dal punto di vista dei finanziamenti (115 milioni su 155, per progetti di transizione digitale), ritenendo opportuno impiegare immediatamente le risorse maggiori.
Infine, vale la pena sottolineare che la DG CC, parallelamente all’esecuzione dell’investimento PNRR per il rilancio dei settori culturali e creativi, attuerà un’articolata campagna di raccolta di dati che consentirà di avviare una ricognizione aggiornata del settore.