La cultura batte il tempo, titolo del dossier di Parma, intende la cultura nel suo senso più ampio, vivo e produttivo, fattore decisivo nel processo di negoziazione che le diverse dimensioni temporali e sociali reclamano: la cultura scandisce il tempo di vita della città e nel far questo favorisce l’abbattimento degli steccati storici e sociali che rendono complicate le forme di dialogo. In questo senso, il progetto di Parma, si costituisce come una vera a propria opportunità che città e territorio hanno colto con l’obiettivo di promuovere e stabilizzare i processi collaborativi pubblico-privato volti alla produzione culturale, all’ampliamento e all’inclusione dei pubblici, all’innalzamento dei consumi culturali tra i giovani, al radicamento della cultura della creatività come driver di crescita del sistema imprenditoriale, secondo una visione che è parte del genius loci del territorio.
Anime del percorso sono i distretti e le officine contemporanee: i distretti, con il progetto pilota, ne rappresentano l’hardware e sono luoghi pensati per rafforzare il genius faber del territorio, ottimizzare e divulgare le forme di convivenza e condivisione culturale: una palestra i cui attrezzi sono tradizione, sperimentazione, innovazione e creatività. Il progetto pilota, che si sviluppa attraverso quattro azioni sinergiche, vede il suo perno ne Il futuro della memoria, l’infrastruttura culturale e multimediale pensata per la grande crociera dell’Ospedale Vecchio, nell’Oltretorrente.
Le officine sono il software della candidatura, che si ispira nel nome al fervore dell’officina parmigiana di pasoliniana memoria: fondono patrimonio, culture e creatività internazionali, danno forma all’idea e al progetto culturale di Parma, battono il tempo del fare cultura e del fare futuro. Officine e distretti insieme rappresentano l’articolata vocazione del sistema territoriale, che ha risposto alla chiamata con la volontà di dar vita ad una grande riflessione sul contemporaneo, inteso non soltanto come qualcosa “che è o vive nel medesimo tempo”, ma come luogo che “tiene insieme i tempi”, non foss’altro perché è l’unico che ci è dato vivere ed esperire.