Promozione e diffusione dell’educazione al patrimonio culturale

di Susanna Occorsio, funzionario storico dell’arte

(da LuBeC 2021)

Svolgere compiti di promozione, coordinamento e valutazione di programmi di educazione, formazione e ricerca, elaborare indirizzi attraverso la predisposizione di piani nazionali, sostenere i profili professionali degli ambiti culturali del Ministero ed attuare azioni collaborative con altri enti nazionali ed internazionali, sono parte dell’importante mission intrapresa dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali, alla quale sono afferenti gli istituti dotati di autonomia, l’Istituto Centrale del Restauro, l’Opificio delle Pietre Dure, l’Istituto Centrale per la patologia degli archivi e del libro, presso i quali operano Scuole di Alta Formazione, e l’Istituto Centrale per la Grafica, nonché gli istituti culturali.

I nuovi assetti istituzionali, definiti in questi anni per l’educazione, la formazione e la ricerca, contribuiscono a potenziare la continua relazione tra apparato centrale, istituti, luoghi della cultura e i vari soggetti impegnati nei settori, alimentando un confronto pubblico sempre più aperto e flessibile, dedicato all’ampliamento dell’accesso culturale, alla partecipazione dei cittadini e alla messa in campo di un’offerta integrata e innovativa, senza trascurare gli aspetti della digitalizzazione, in una concreta sinergia per la trasmissione dell’eredità culturale.
Rilevante anche la focalizzazione sul cross-over tra cultura e istruzione emerso durante il G20 Cultura, organizzato dalla presidenza italiana e da poco conclusosi, proprio sui temi inerenti la formazione del cosiddetto capitale umano, affinché diventi motore rigenerante dalla cultura. In particolare, l’educazione al patrimonio culturale, affermatasi in linea con la Raccomandazione europea R(98)5, attraverso la stesura dell’Accordo-quadro tra il Ministero dei beni culturali e quello dell’istruzione, volto a fondare un sistema dei Servizi educativi con un Centro nazionale, sostenuto poi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (2004) e dall’istituzione di questa Direzione generale, nel 2015, si trova attualmente a rappresentare una posizione rilevante all’interno del Ministero.
Quale area trasversale ai saperi e alle culture, l’educazione al patrimonio è attualmente in grado di rispondere alle sfide dei cambiamenti sociali e, grazie alla scelta sistemica di sperimentare metodi diversificati e prassi laboratoriali, a carattere non formale, di allinearsi al concetto di partecipazione promosso dalla Convenzione di Faro, alle linee educative dei documenti europei più recenti e agli obiettivi per la formazione globale dell’individuo, in termini di sostenibilità, posti in gioco dall’Agenda 2030 dell’ONU.
Partecipazione, comunicazione e mediazione assicurano, infatti, il coinvolgimento diretto delle persone, non solo dei giovani, e costituiscono ambiti e strumenti metodologi complementari alla riuscita di un progetto educativo per la conoscenza del patrimonio, capace di migliorare non solo
l’apprendimento, la capacità critiche e la creatività, ma anche, di favorire l’orientamento, la crescita e l’autonomia culturale.
In tal senso, l’Offerta Formativa Nazionale, promossa dalla rete dei Servizi educativi dei luoghi della cultura statali, disponibile online sul sito www.sed.beniculturali.it, inoltre, rappresenta una progressiva conferma degli intenti orientati a coinvolgere tutti i pubblici nel promuovere senso di responsabilità, cittadinanza attiva, inclusione ed apertura al dialogo, con un particolare riferimento al mondo della scuola, in considerazione delle nuove aperture tematiche proposte dall’insegnamento dell’educazione civica, dal Piano Triennale delle Arti 2020-2022 e da altri protocolli d’intesa che hanno rinnovato l’attività collaborativa, già siglata, tra i Ministeri.

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